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Energie rinnovabili

La canapa

Cannabis sativa indica

La canapa, in Emilia Romagna e a Modena, era conosciuta dagli anziani, che tra le due ultime guerre la utilizzavano come fibra per tessuti e combustibile; viene attualmente riscoperta, dopo l'abbandono, subito negli anni 50, per la concorrenza di nuove fibre, per gli alti costi di lavorazione e non ultimo anche per le leggi proibizionistiche per le quali è conosciuta dai giovani.

Chiarito che la canapa agro-industriale (sativa) rientra nei parametri consentiti per legge per quanto riguarda il cannabinolo (THC), si può affermare che i produttori possono serenamente coltivarla applicando le procedure chiare e trasparenti nei confronti degli organi di vigilanza, come previsto dalla legge e che alcuni produttori pionieri hanno potuto verificarlo negli ultimi due anni, coltivandola.

Ciò premesso si espongono le principali fasi della coltivazione:

A questo punto diventa necessario trasformare la canapa per il miglior utilizzatore-consumatore, in:

Questa coltivazione, se portata alla trasformazione dagli stessi produttori, potrà fornire un valore aggiunto alla semplice produzione di paglia di canapa del doppio, permettendo un utile ad ettaro che si aggira attorno al migliaio di euro €.

La legge regionale 8 del 18 giugno 2007 a promozione della coltura della canapa ed altre colture innovative, permette di dare vita ad una attività produttiva di filiera che si integra nel nostro patrimonio produttivo, entrando nella rotazione agronomica tradizionale e recuperando anche quei terreni dismessi dalla bieticoltura o a riposo.

Non ultimo, si sottolineano i benefici ambientali di tale coltivazione, che può favorire il raggiungimento degli impegni assunti con il protocollo di Kioto, quali la riduzione delle emissioni di CO2 a zero, con la sostituzione di combustibile da sottosuolo a soprassuolo, dall'aria, tanto che un ettaro di canapa fissa CO2 e libera ossigeno più del doppio di un ettaro di foresta amazzonica.

Ricordando che nella pianura padana, nel periodo tra le due guerre mondiali, si coltivavano circa 40.000 ettari di canapa e che oggi la sola limitazione di emissione di CO2 (blocco auto) non può essere sufficiente, si può ritenere che l'impegno degli imprenditori agricoli coi loro terreni su questo fronte può recare solo beneficio all' ambiente e alla popolazione di questo territorio.

Per. Agr. Claudio Losi

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Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Modena