Associazione Tecnici Agricoli
Convivio 10/11/2011
Il ruolo tecnico, professionale e imprenditoriale della donna nel mondo agricolo
di Per. Agr. FEDERICA TOSELLI
Le donne e l’agricoltura, una sfida, perchè il sapere imprenditoriale, l'essere mogli e madri, comporta il saper fronteggiare quotidianamente la globalizzazione, la diminuzione dei prezzi, le nuove tecnologie, che creano concorrenza più o meno leale ed interagiscono con la donna e la sua famiglia.
Un connubio, perchè le donne imprenditrici agricole, ma anche quelle dipendenti, negli ultimi 20 anni si sono evolute, molte sono laureate, specializzate, portando un notevole contributo all'impresa, quindi tecnologia unita alla tradizione, donna e lavoro, idee femminili e terra, madre e famiglia, un'alleanza che crea impatto sia sotto il profilo economico che sociale.
Un po' di storia..........
L'Agricoltura, settore primario, sin dai tempi antichi ha dato impiego alle donne nelle varie mansioni: dalla produzione, alla raccolta, alla trasformazione dei prodotti, ma nonostante l'impegno fisico, di notevole rilievo, alla donna sono sempre rimasti dei ruoli marginali, poichè i meriti restavano sempre agli uomini, in quanto a discapito del nome al femminile, in Agricoltura maschilismo ed analfabetismo hanno lasciato la loro pesante impronta, talvolta ahimè ancora presente in certe situazioni.
Nel corso dei secoli si è passati da un'Agricoltura manuale e di sussistenza (soprattutto nelle guerre e carestie), ad una sempre più evoluta, fino all'elevata meccanizzazione del dopoguerra, che ha portato la "diaspora" dalle campagne, soprattutto delle donne, verso i grandi centri urbani ed artigiani, in cerca di un lavoro più sicuro, redditizio e meno faticoso dal punto di vista fisico.
In seguito a ciò, si è assistito ad una dispersione di un patrimonio colturale e culturale di enorme valore, al quale le donne avevano dato un forte contributo, nei tempi passati.
Non tutto è perduto, perchè c'è stato un ritorno della donna alla terra; dovuto sia ai ritmi "innaturali" che la vita moderna ci ha portati, sia per la crisi economica che ci ha colpiti negli ultimi anni.
Com'è la situazione adesso?
Le donne imprenditrici hanno un elevato impatto sociale ed economico: 3 su 4 sono mogli dei titolari ed 1 titolare agricolo su 4, è donna.
Secondo una recente stima di Donna in Campo, la presenza di noi donne in agricoltura, è del 30%. Le aziende agricole "rosa" si sono specializzate nella gestione delle attività innovative, ad esempio, l'agriturismo; infatti il 35% delle imprese è gestito da donne.
Altre attività agricole in crescita sono: il settore biologico, produzioni di nicchia, dop, igp, ortofrutta e vitivinicoltura.
Anche nel florovivaismo siamo presenti e lasciamo il segno; infatti, quanto il "rosa entra nel verde" (che non è una nuova nuance di colore..) diamo buoni risultati, forse perchè l'animo femminile emerge di più in questo settore, da sempre appannaggio degli uomini, ci fa cogliere i lati più misteriosi ed affascinanti delle piante, che con la nostra sensibilità trasmettiamo agli altri, rimanendo aggrappate ai nostri ideali e progetti imprenditoriali, quanto le radici di una quercia, al terreno....
Sempre secondo "Donne in Campo", siamo Donne quindi sempre più decise, che puntano sulla qualità, tipicità del prodotto legato al territorio, Donne che con la dovuta incisività operano, per essere competitive sia a livello nazionale che estero, puntando sull'innovazione come fattore per la crescita ed il mantenimento delle aziende, con un occhio di riguardo alla salvaguardia dell'ambiente e delle biodiversità.
Nel resto del mondo come va?
Secondo il nuovo rapporto FAO SOFA del 2011, viene messo in evidenza quanto sia importante investire sulle donne, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, perchè possono contribuire alla crescita e miglioramento dell'economia rurale.
In questi paesi, la forza lavoro femminile, è impiegata dal 20 al 50% della popolazione e l'agricoltura rappresenta una fonte di sostentamento importante in cui le donne sono parte integrante, ma spesso anche emarginate, di fatti rispetto agli uomini, hanno a disposizione meno terra e di qualità scadente, cosicchè il rendimento è minore, ma non perchè c'è una minore specializzazione, ma perchè non hanno la possibilità di accesso alle risorse, al pari dei colleghi uomini.
Se le donne potessero accedere ai capitali, servizi, la vita come donna e lavoratrice, potrebbe migliorare.
Proprio in questi paesi nei quali l'agricoltura rappresenta l'unico settore economico, si registrano gli alti tassi di mortalità di fame, per mancanza di mezzi e conoscenze, investire sulle Donne, avrebbe conseguenze positive sull'economia.
(Fonte tratta da Alternativa sostenibile, articolo di Maria Giuditta Urriani).
Un occhio anche alla sicurezza........
Altro punto di fondamentale importanza è la sicurezza sul lavoro, che è bene in questa sede, se non altro accennare.
Le donne che operano in agricoltura possono essere esposte agli stessi rischi e pericoli cui lo sono gli uomini, ma sono soggette anche ad altri rischi, tipo la salute riproduttiva (rischi da fitofarmaci ed agenti biologici), al collo, agli arti superiori, durante la gravidanza ed allattamento, sebbene il tasso di infortuni sia superiore per gli uomini.
Di conseguenza, bisogna adottare quelle norme e comportamenti, atte a prevenire tutti quei rischi che comprometterebbero la salute della lavoratrice e del figlio, che in certe situazioni soprattutto nel lavoro dipendente, vengono sottovalutate, se non ignorate e questo, permettetemi di dire, è un risultato poco "rosa".
CONCLUSIONI
Lavorativamene parlando, della strada ne è stata percorsa, anche se è molta quella da percorrere, noi donne ci siamo evolute, soprattutto negli ultimi tempi, grazie anche al fatto che gli uomini, colleghi o mariti, quali essi siano hanno capito il ruolo che rivestiamo nella famiglia, nell'azienda e nella società.
Un ruolo non più tradizionale, ma di completamento, di apertura verso le novità, il coraggio di prendere decisioni davanti alle quali è facile indietreggiare, una maggior responsabilità verso la salvaguardia dell'ambiente, perchè la donna tra gli altri compiti "nutre la terra", genera, come la terra ed è qui che c'è un forte connubio, creiamo e proteggiamo.
Come la terra crea e protegge i semi dalle intemperie e dai predatori, così facciamo noi, verso le nostre aziende e la famiglia, da sempre, solo "che bisognava studiare delle nuove misure ed incentivi economici" per accorgerci di noi e del nostro operato, che per una volta tanto sfata il mito: "chi dice donna, dice danno".
Questo “articolo” è stato volutamente scritto da me in una maniera leggera, a tinte “rosa”, per riprendere il titolo ed il tema della serata, in modo tale da far emergere gli aspetti legati al nostro essere di donna, madre ed imprenditrice, quali l’intuito, la creatività e la responsabilità.
In maniera “lieve” ho fatto anche un accenno alla sicurezza sul lavoro, alle condizioni della donna nel resto del mondo, anche se il maschilismo e le mancate opportunità (le dis-pari opportunità) prevalgono ancora in Italia ed altrove, soprattutto quando siamo dipendenti, come molte volte accade, perché chi comanda è “miope”.
Inoltre va menzionata, la situazione attuale di crisi economica e di difficoltà di lavorare, ma nonostante tutto non demordiamo ed andiamo avanti fino in fondo nel portare avanti le nostre idee e le imprese, anche se come i colleghi maschi siamo sottoposte alle dure leggi dell’ economia e del mercato.
Vorrei ricordare che l’ obiettivo, da parte mia, non è creare polemiche femministe, ma molto spesso si parla di noi Donne come protagoniste passive e non attive, quale cerchiamo di essere.